Il volume analizza il processo di formazione e consolidamento dell'endiadi criminosa che ha caratterizzato, e in parte ancora caratterizza, la sanguinaria mafia pugliese, spiegandone le ragioni di potenza capitalistica.
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Con immagine icastica, la Puglia, da sempre qualificata con la metafora di insula felix, d'un tratto si è ritrovata preda di una mafia tanto cruenta e stragista quanto affaristica e imprenditoriale, vascolarizzata fin nelle viscere del tessuto sociale. Qui si è consumato, in una singolare commistione tra genesi improbabili di formazioni criminali, affaccio diretto su territori dominati da malavita e anarchia (l'ex-Jugoslavia degli anni novanta) e talvolta anche ampio consenso sociale (il contrabbando diverrà reale e concreta alternativa alla disoccupazione in molte zone del Salento), il più evidente complemento tra le condotte di contrabbando e riciclaggio mai verificatosi, una complessa attività criminale che la Sacra corona unita ha rapidamente tramutato in seria minaccia all'intera economia nazionale.
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