I giardini, i parchi e, in generale, le architetture vegetali che circondano e avvolgono le ville di campagna e di città sono state oggetto di grande attenzione da parte di architetti e artisti fin dal Rinascimento e considerate come uno spazio aperto da padroneggiare con profonda sapienza e cui attribuire ruoli simbolici e rappresentativi.
[...] Ottocento e Novecento testimoniano della nascita di una nuova cultura, che guarda al giardino e al paesaggio con occhio diverso, che li rivisita e li recupera come una feconda irruzione della natura sulla scena umana, assegnando loro una specifica funzione ‘pubblica’ e chiamandoli a scandire il ritmo vitale del tessuto urbano. La Toscana è laboratorio privilegiato di tutte queste sperimentazioni, dai maestosi parchi all’inglese delle ville lucchesi, ai grandi progetti del Poggi per la città di Firenze, fino agli odierni parchi di Collodi, Celle e Garavicchio, o alle inconsapevoli architetture delle cave apuane, dove arte, lavoro umano e natura si uniscono in affascinante simbiosi per codificare e dare forma a un moderno paesaggio umanista.