Obama è il primo uomo politico che sia riuscito a fare leva sul potenziale di una nuova generazione, quella che gli americani chiamano i Millennials, i figli del terzo millennio. Obama ha già scritto più di 800 pagine di autobiografia. Invece di un programma, presenta all'elettorato una storia: la sua.
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In questo è perfettamente in sintonia con una generazione di narcisisti che si raccontano su internet, filmano con i cellulari ogni loro gesto, partecipano ai reality show. Obama non viene dalla politica, bensì dal volontariato. Tutta l'organizzazione della sua campagna elettorale è fondata su un meccanismo sofisticatissimo di social networking. Obama ha portato il carisma da rockstar nell'arena politica. La sua identità nera non è quella risentita e rivendicativa degli attivisti del passato, bensì quella vincente delle star della musica, del cinema e dello sport. Obama propone il sogno di una rivoluzione basata sul rifiuto delle vecchie linee di demarcazione razziali, ideologiche e politiche in totale sintonia con la generazione post-ideologica, ma molto impegnata sul sociale e sui temi ambientali, dei Millennials. In Italia tutto questo come viene recepito?
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