L'assedio di Firenze: un conflitto voluto da papa Clemente VII, fiorentino, per riportare al potere la sua famiglia cacciata pochi anni prima. L'assedio fu un lungo dramma, e nel suo ruolo di capitano generale Malatesta ne fu il protagonista: al servizio di Firenze contro gli eserciti dell'imperatore e del papa. Firenze ne uscì sconfitta, e fu l'inizio del Principato mediceo.
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Malatesta ne uscì invece vincitore: salvò la città dalla distruzione proteggendola contro i più potenti eserciti del tempo. Fu la massima espressione dell'arte militare di Malatesta, anche se nessuno storico ne ha mai riconosciuto i meriti. Al contrario: l'assedio fu l'episodio dal quale il BagLioni uscì con l'imperitura fama di traditore, per avere imposto con la forza la resa a quei vertici politici che volevano sacrificare La città pur di non cedere Le armi. Gli sconfitti non gliela perdonarono. Erano gli Arrabbiati, i repubblicani più intransigenti, e fu sulla base delle loro cronache che venne scritta la storia di quei giorni. Fu così che l'uomo che aveva salvato Firenze, costringendo il nemico già vincitore a scendere a patti, divenne il prototipo del traditore. Come Caino. Come Giuda. Ma fu davvero cosi?
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