La criminalità organizzata e comune, a Roma e nel Lazio, durante il ventennio dal 1990 al 2010, in base alle relazioni della Commissione parlamentare antimafia (X, XI e XIV legislatura), del ministero dell’Interno e della magistratura romana.
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«Oggetto di continue attenzioni investigative dagli inizi degli anni Ottanta agli inizi dei Novanta, la banda della Magliana lasciava sul campo molti dei suoi capi storici, uccisi, mentre altri venivano ristretti in carcere. Dalla dissoluzione di tale struttura criminale, che si connotava come un’associazione di stampo mafioso, non è più esistita a Roma una organizzazione in posizione egemone sulle altre. Alcuni elementi già collegati alla banda della Magliana (Enrico Nicoletti, Carmine Fasciani, Enrico Terribile, Roberto Pergola) hanno ricostituito sodalizi criminali di più modeste dimensioni, aventi le stesse caratteristiche mafiose e operanti nei settori tradizionali della criminalità romana: traffico di stupefacenti, usura, estorsioni, gioco d’azzardo, sfruttamento della prostituzione, [e] il riciclaggio dei capitali provenienti dalla consumazione dei predetti reati...» (Dalla Relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, 18 gennaio 2006).