Due anni per una disciplina come il diritto dell'informazione e della comunicazione corrispondono a un lasso di tempo enorme, sufficientemente lungo per registrare evoluzioni consistenti e sorprendenti della giurisprudenza, della dottrina e delle norme giuridiche e deontologiche.
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L'aggiornamento del volume rispetto all'edizione precedente si è reso necessario per una serie di novità intervenute nell'ambito della regolamentazione del giornalismo, dell'editoria, dei media tradizionali e, soprattutto, in ambito giurisprudenziale per ciò che attiene alla Rete, luogo di sfide sempre più avvincenti per gli operatori del diritto. La discussione in corso in Europa rispetto alla riforma della privacy, con particolare riferimento all'eventuale introduzione del diritto all'oblio, è la riprova di quanto internet metta in crisi i paradigmi tradizionali e induca il legislatore a individuare nuove e più flessibili modalità di tutela dei diritti. Tale tutela appare tuttavia indispensabile per impedire che nel mare magnum della Rete si annulli ogni criterio di imputabilità e ogni modello di responsabilità e prevalga l'anarchia nei comportamenti degli utenti. In questa chiave, l'argomento della diffamazione ha registrato molte sentenze, nazionali ed europee, delle quali si dà conto nel quarto e nel sesto capitolo, e che concorrono a determinare nuovi orientamenti giurisprudenziali.
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