La convivenza fuori dal matrimonio ha quasi completato il suo percorso storico che, cominciato da una valutazione di immoralità suscettibile in certe condizioni di sconfinare nell'illecito, ha poi ottenuto, dalla giurisprudenza, il riconoscimento di forme limitate di tutela e infine la dignità di valore costituzionale quale rilevante formazione sociale.
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Si è dunque in attesa di una legge di positiva regolamentazione e nel frattempo non si dubita più che i partner possano stipulare tra loro validi contratti idonei a regolamentare la propria unione, e che ciò possa avvenire indipendentemente dalla diversità di sesso dei conviventi. Questo volume affronta con un'ampiezza sin qui inedita ogni aspetto possibile di tali contratti, cercando di combinare la teoria giuridica con i risvolti pratici. Ma esso non si pone il limitato obiettivo di tappare i buchi di un vuoto normativo. Proiettandosi verso il futuro, il testo propone un canone di negozio familiare che in buona parte sopravvivrebbe anche a una disciplina che regolamentasse le coppie di fatto. La tesi sostenuta nel libro è che il contenuto dei contratti di convivenza ben possa trascendere la prevenzione di liti a venire e fondare uno scambio di attribuzioni patrimoniali tra i partner, causalmente autonomo e quindi non a titolo donativo.
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