Le ricette di questo libro sono segrete perché sono state ‘rubate’ dall’autore ai suoi amici maremmani cacciatori e pescatori, alla sua mamma (ottima cuoca), spiata fin da piccolo quando si metteva ai fornelli, e ai suoi parenti siciliani che va a trovare almeno una volta all’anno.
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Il Moro cucina solo per gli amici, e non è stato facile convincerlo a lasciare alla memoria di tutti un patrimonio che fino a quel momento era stato tramandato soltanto per via orale. In mezzo alle ricette i brevi racconti di come sono state rubate, così la descrizione del cibo e dei suoi ingredienti diventa anche narrazione dell’amicizia, del territorio italiano e dei suoi caratteri.