Con la nascita del Regno d'Italia, Firenze aveva definitivamente perso il suo ruolo plurisecolare di capitale politica, ma non intendeva rinunciare a gestire la leadership nell'ambito della cultura e della ricerca avanzata.
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A questo ruolo si sentiva destinata soprattutto dall'antica e consolidata tradizione delle accademie, luoghi d'incontro e di libera ricerca che avevano mantenuto e incrementato la propria centralità dopo il trasferimento dell'Università da Firenze a Pisa nella seconda metà del XV secolo. In procinto di perdere il ruolo di capitale politica i leader della rivoluzione toscana, da Ricasoli a Ridolfi, pensarono di rigenerare la funzione di Firenze guida morale del paese avviato a conclusione del processo unitario esaltando la tradizione accademica con la creazione di un Istituto avanzato di ricerca che non fosse riconducibile al modello tradizionale dell'Università. Da questa idea e da questa tradizione nasce l'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento cui è dedicata gran parte delle relazioni raccolte in questi atti. Assieme ad esso si raccoglie tutto il contorno di una cultura viva e dinamica che si esprime con quotidiani e riviste.
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CBR$GLBT@Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale