Carlo Cattaneo ne La Città considerata come principio ideale delle istorie italiane, fece di Firenze e della sua storia il simbolo della città moderna e della civiltà: «Ciò che contraddistingue le città toscane e soprattutto Fiorenza è l’aver diffuso sino all’ultima plebe il senso del diritto e della dignità civile.
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Superarono in ciò anche l’antica Atene; la cui gentile cittadinanza aveva pur sempre il barbaro sottostrato della schiavitù». Sono parole del 1858, quando Firenze stava per assurgere a città-chiave del Risorgimento italiano, per poi diventare nel 1865, a quattro anni dalla nascita dello Stato Unitario, la capitale del nuovo Regno, così come aveva auspicato Massimo D’Azeglio già nel 1861. Quella della capitale fu un esperienza sconvolgente ma si inserì in una fase di intenso sviluppo della città che avrebbe cambiato il suo volto e fissato una nuova connotazione urbanistica che ha retto sino ai nostri giorni. Firenze raddoppiò la sua popolazione e diventò una città che senza rimpiangere il suo grande passato, ma anzi mitizzandolo divenne più moderna ed europea. Questo libro ricostruisce in ogni suo aspetto politico, urbanistico, culturale e sociale le vicende che precedettero e poi seguirono l’esperienza breve e straordinaria della città capitale.
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