Maggio 1938. Hitler, Mussolini e i rispettivi gerarchi arrivano al Piazzale Michelangelo, dopo un lungo giro trionfale per la città imbandierata di gigli fiorentini e di croci uncinate. È una splendida giornata, il cielo è terso e sono tutti affacciati alla balaustra. Ammirano il panorama della città rossa, divisa in due dall’Arno. Il vento fa sbattere i lembi delle divise.
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Il Duce e il Fuhrer sorridono tra loro. Un giovane ha lasciato la sua bicicletta sotto San Miniato. Cammina svelto tra turisti e fiorentini curiosi. Guarda gli spicchi dei colli bagnati dal sole. Deve arrivare davanti ai dittatori, a tutti i costi. Sente gridare gli altoparlanti, una musica tronfia riempie l’aria. Lo ferma una guardia, davanti agli ultimi sbarramenti. Il tempo passa, e il giovane è disperato. Poi, al di là delle transenne, vede una giovane donna, col cappellino, la veletta e una borsa sotto il braccio. Vicino a lei, c’è il messo infernale. Il giovane ha ormai pochissimo tempo, per fare quello che deve...
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