Alessandro Volta in persona venne in questo sperduto paese appenninico per studiare i ‘fochi’ che si sprigionavano da alcune pietre. Il nome poco rassicurante di Pietra Mala, verosimilmente attribuito al paese proprio per questi fenomeni inconsueti, era però quantomeno giustificato anche da una lunga serie di avvenimenti che macchiarono queste pietre per fatti di sangue.
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In sostanza un terreno di briganti attraversabile con molti rischi e disagi di ogni genere. La testimonianza di questi avventurosi viaggi ci è tramandata da diversi scritti di personaggi più o meno famosi che hanno partecipato tra il ‘700 e l’800 al cosiddetto Grand Tour del quale la nostra Pietra Mala rappresentava un passaggio obbligato per visitare l’Italia. Nell’ultimo ‘800 compare anche Telemaco Signorini, ‘macchiaiolo’ di gran nome alla ricerca di scene idilliache e pastorali in netta rottura con quelle di terrore avanti descritte.
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