Ci sono storie capaci di unire una città come Firenze, patria di guelfi e ghibellini, in un cuore solo e in un sentire comune. Momenti in cui perfino le antiche rivalità perdono di significato, e uomini diversi tra loro si scoprono fratelli.
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Con la scomparsa di Davide Astori, il capitano della Fiorentina che se n’è andato a soli trentun anni, la città si è trovata ad affrontare una tragedia improvvisa, e lo ha fatto dimostrando tutto il suo affetto verso un ragazzo che, per qualità sportive e umane, è destinato a restare nel cuore di tutti. Lo testimoniano le parole dei compagni di squadra, i ricordi di colleghi e amici, la folla riunita in piazza Santa Croce il giorno del funerale. E quel muro fatto di sciarpe, maglie, poster, lettere, fiori e fotografie che ha tinto di viola i cancelli dello stadio Artemio Franchi. Così anche la vicenda più triste può farci crescere e acquisire un significato importante e profondo. Prefazione di Dario Nardella.
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