Cos’è la giustizia: un concetto giuridico o una questione morale? Ne “La coscienza e la legge”, un uomo di Stato e un uomo di Chiesa mettono le loro visioni a confronto, intorno ai temi caldi della nostra attualità politica. Raffaele Cantone è magistrato e presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione; Vincenzo Paglia è arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
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Un magistrato e un arcivescovo non potranno che avere una diversa concezione di quel che è “giusto”: ed ecco perché probabilmente i loro punti di vista differiranno anche a proposito di questioni come l’immigrazione, le disuguaglianze o la sicurezza. Riportando in vita l’antichissimo conflitto che animava l’”Antigone” di Sofocle – quello che contrappone diritto degli uomini e diritto degli dèi – Paglia e Cantone si confrontano senza pregiudizi né ipocrisie ciascuno a partire dalla propria differente posizione. Partono col dare ognuno la propria definizione di “giustizia”, per poi spostare la discussione intorno a temi caldi come quelli della repressione, del perdono, della punizione, dell’inefficienze del sistema giuridico, della corruzione, della mafia, fino alla questione spinosa dei migranti e dell'accoglienza. La domanda di fondo è sempre la stessa: quanto conta il rispetto delle regole e delle leggi nazionali o internazionali, quanto l’imperativo della nostra coscienza che ci dice di fare ciò che è giusto e di aiutare chi è in difficoltà? “La coscienza e la legge” di Raffaele Cantone e Vincenza Paglia è un libro-dialogo che cala un dissidio antichissimo nella più stringente attualità.