Questo libro è la storia di come la cultura scientifica stia permeando la cultura umanistica, sapendo che il futuro ha bisogno di entrambe. Vittorio Capecchi, sociologo, intervista Massimo Buscema, tra i maggiori esperti d'intelligenza artificiale.
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Viene delineato un affresco della forza pervasiva dell'intelligenza artificiale in diversi campi: linguistica, economia, matematica, antropologia, medicina, sociologia, filosofia, psicologia, criminologia e religione. Non si parla dell'intelligenza artificiale oggi di moda (IoT), ma di quella che guarda alla scienza mantenendo sullo sfondo la tecnologia. È un libro controcorrente. Non racconta come il frigorifero parli con il supermercato per fare la spesa, ma tenta di spiegare come "rendere automatico il pensiero", perché solo attraverso questo tipo di riflessione è possibile far comunicare fra loro "le cose", dotandole di un qualche grado d'intelligenza. Buscema afferma: "Il pensiero non sembra avere una massa, è invisibile anche a ciò che ci sembrava invisibile. Eppure, anche senza massa, i pensieri si attraggono tra loro. [...] L'intelligenza artificiale mira a [...] catturare il nocciolo duro di ciò che completa il mondo della materia". Il libro racconta anche la storia di un centro ricerche, il Semeion, attraverso gli occhi di coloro che lo frequentano e l'hanno fatto esistere, un piccolo miracolo italiano che dura da 35 anni.
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