La monografia è dedicata allo studio dei reati di corruzione, con particolare riferimento alle condotte realizzate nell'ambito dell'attività politica.
[...]
Nel lavoro ci si interroga in particolare sull¿opportunità, de iure condito e de iure condendo, di riservare un trattamento penale differenziato ai soggetti che " nell'indistinta categoria dei pubblici ufficiali " ricoprono un incarico politico/elettivo. Le ragioni che suggeriscono di approfondire lo studio della corruzione da quest'angolo visuale risiedono in primo luogo nella rinnovata consapevolezza della natura e delle peculiarità dell'attività politica, che si inquadra in un ambito di garanzie e libertà costituzionali che impongono, tanto all'interprete quanto al legislatore, un atteggiamento di prudenza nell'impiego dello strumentario penale. Non solo, la recente abolizione del finanziamento pubblico dei partiti rappresenta in Italia un autentico cambio di paradigma, che pone il problema di una nuova regolamentazione, anche penalistica, dei rapporti tra i privati e i politici, per i quali la ricerca del consenso e del sostegno è più che mai un fisiologico affare giornaliero. Ragioni analoghe, d'altra parte, hanno da tempo ispirato, negli Stati Uniti d'America orientamenti giurisprudenziali restrittivi, che tengono conto delle peculiarità dell'attività politica; come pure sono da alcuni anni alla base, in Germania, di una disciplina penale differenziata per la corruzione degli eletti in assemblee rappresentative. Nel tentativo di apportare un contributo allo studio della materia, anche, se possibile, in prospettiva di riforma, il volume dedica la prima parte all'esperienza straniera, che mira a valorizzare, per poi calarsi, nella seconda parte, nell'ordinamento italiano. Dopo aver messo in evidenza il carattere problematico della nozione unitaria di pubblico ufficiale, l'Autrice prende qui approfonditamente in esame la disciplina della corruzione funzionale (art. 318 c.p.), della corruzione propria (art. 319 c.p.) e del traffico di influenze illecite (art. 346 bis c.p.) nella prospettiva peculiare dell¿attività politica, mettendo in evidenza, sulla base della casi'tica giurisprudenziale, le non poche problematiche applicative emerse nella prassi e culminate "nel più celebre dei casi esaminati " nella recente affermazione, da parte della Corte di Cassazione, della non configurabilità del delitto di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio da parte dei parlamentari.
Lo trovi in
Scheda
CBRGL@Biblioteca della Toscana Pietro Leopoldo - Consiglio reg. Toscana