Questo rapporto esamina i dati di un anno drammaticamente segnato dall'avvento della pandemia causata dal COVID-19: da marzo 2020 sono stati sospesi, su tutto il territorio nazionale, i servizi di apertura al pubblico degli istituti e luoghi della cultura.
[...] La reazione delle biblioteche e archivi toscani di fronte alla chiusura è stata decisamente positiva: hanno riorganizzato rapidamente i propri servizi per non interrompere il rapporto con le persone, sempre prioritario, proseguendo l'attività durante i mesi di lockdown su nuovi canali e con nuovi formati. Anche le reti documentarie locali hanno dimostrato una maggiore capacità di coesione, cooperazione e condivisone rispetto al passato e un atteggiamento reattivo e propositivo Dall'analisi dei dati raccolti negli ultimi 3 anni (2018-2020), se da una parte si continua ad evidenziare una tendenza alla radicalizzazione del divario esistente tra la situazione media regionale e le realtà d’eccellenza, corrispondenti a quelle in cui il lavoro di rete è da più anni consolidato e in cui sono stati fatti grossi investimenti in nuove biblioteche, dall’altra il forte coordinamento svolto negli anni da Regione Toscana nelle relazioni con le reti documentarie territoriali ha consolidato una immagine unitaria del sistema bibliotecario toscano, con l’effetto di legare fortemente l’identità e la percezione pubblica delle singole istituzioni locali alla cooperazione regionale. L’effetto finale atteso è quello di una “Toscana diffusa”, che riverbera l’identità regionale legandola a quella locale in termini di rispetto di standard minimi di servizio, servizi unitari e una comune cultura professionale nella gestione dei servizi al pubblico.