Se l'essere umano vuole affrontare con successo la crisi ambientale, ammesso che ci sia ancora tempo per farlo, deve ripensare l'ontologia in cui ha collocato sé stesso percependosi come parte della natura, come una delle sue infinite espressioni di vita; e la natura come un sistema complesso di relazioni dotate di valore intrinseco, a prescindere dall'utilità che egli possa ricavarne.
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Tale faticosa opera di decostruzione e di ricostruzione ontologica che sta alla base di qualunque svolta in senso ecologista deve avvenire lungo un percorso che prima riguarderà il modo in cui gli individui concepiscono loro stessi e il mondo e poi le istituzioni pubbliche, in primis quelle giuridiche ed economiche. Un percorso, quindi, che è in parte interiore, in quanto presa di coscienza ecologista, e in parte esteriore, in quanto ripensamento della gestione pubblica dei beni comuni.
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