L’emancipazione della donna passa anche attraverso la scoperta dello sport. Questo ha permesso a molte donne di diventare cittadine consapevoli di una propria autonomia pari a quella dell’uomo.
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Assieme al progredire dell’istruzione, all’accesso al lavoro al di fuori delle mura domestiche, all’avanzare delle misure prese a salvaguardia della salute, al superamento di limiti e ostacoli, quali la percezione della donna come “fattrice” o come reclusa in un ambito di “lavori donneschi”, lo sport è diventato spazio di libertà. Eppure ancora nello sport, nella piena azione in ogni disciplina, non è ancora stata raggiunta - basti pensare al calcio - la completa parità. Resistono per le figure femminili categorie come essere moglie, madre o figlia di qualcuno e l’immagine è ancora ritratta come nei tradizionali assi: nascita, matrimonio, morte. Questo saggio ripercorre la storia dello sport femminile partendo proprio da una donna Giulia De Luca, allieva del maestro Aurelio Greco, che nel giugno del 1891 si esibì, appena sedicenne, a Palermo.
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