«[…] Ogni visitatore che fa ingresso in questo spazio viene rapito dalla visione improvvisa dei quattro monumenti, che pare "miracolosa" per riprendere la fortunata definizione coniata da Gabriele D'Annunzio (Forse che sì forse che no, 1910).
[...]
Gli edifici paiono germogliare da un vasto prato regolare, che risale però al XIX secolo, nel momento in cui si ridisegnò la piazza in chiave neomedievale, liberandola da molte costruzioni, più o meno umili, e dagli orti che vi venivano coltivati, registrati ancora da incisioni ottocentesche. Furono così abbattute la Casa del becchino a fianco del Camposanto, la Casa dell'ortolano situata fin dal Duecento tra il Battistero e le Mura, con annesso orto e frutteto e alto muro di recinzione, sul lato opposto una balaustra cinquecentesca che cingeva la Torre sul retro e tutti quegli edifici che segnava- no il confine orientale della Piazza (la Casa del Capitolo, la Casa dei curati e la chiesa di San Ranierino). Scomparve così la quinta scenografica voluta nel XVI secolo e il Campanile fu ulteriormente esaltato nella sua “meravigliosa pendenza” dalla creazione di una nuova strada, via Torelli, che lo raggiunge dal retro offrendone un'inedita visuale…»
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