È il 1856. Pietro ha sedici anni e vive coi nonni paterni in un piccolo paese della montagna massese, nel Ducato estense. Ben presto inizia a lavorare in una cava, e a conoscere l’amore per Emma, una giovane del posto. La quieta dimensione paesana viene sconvolta da forti piogge che mettono in ginocchio l’attività della cava, già messa a dura prova dalla crisi del commercio dei marmi.
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Tra i cavatori serpeggia il malcontento, risucchiati da un forte odio che sfocia nell’uccisione del padrone. Ma gli affari non decollano e per far quadrare i conti, i cavatori decidono di sfruttare il momento di incertezza politica per contrabbandare armi con l’Appennino emiliano ed utilizzare la cava come deposito. L’unica persona che ha ancora contatti con i briganti dell’Appennino è Ercole, il nonno di Pietro, che accetta con titubanza di intraprendere un nuovo viaggio verso quelle montagne dove già suo figlio perse la vita e decide di portare con sé il giovane Pietro… Una storia avvincente che attinge da quell’umanità popolare di tempi andati e di altri valori, attori nel biancore estremo delle cave di marmo.
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CBR$GLBT@Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale