In questo volume, gli autori intendono riportare alla memoria dei pisani un’epoca antica, quando la ‘fotografia animata’ venne presentata per la prima volta in città e in che modo si intrecciò – in tempi rapidi – con la loro vita, radicandosi infine nel tessuto urbano.
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Nelle cronache del tempo, le prime ‘proiezioni’ vengono considerate soltanto come un evento eccezionale che senza alcun preavviso si introduce nel contesto sociale e nella cultura di un territorio. Non si comprese subito la loro capacità di stravolgere i modi della fruizione visiva fino ad allora noti e dunque di modificare completamente l’immaginario collettivo di tutta una popolazione, indipendentemente dal censo e dal livello di istruzione. Nella stampa locale ci si limitò a descrivere le reazioni degli spettatori e i commenti fatti nei circoli culturali e negli altri luoghi di ritrovo cittadini; non si intuì che questo genere di immagini avrebbe fatto nascere una specifica letteratura, a volte colta, a volte umoristica, infine anche vernacola. Lo scopo degli autori non è unicamente quello di riscoprire la ‘storia del cinema’ a Pisa e di studiarne le origini per far riemergere un aspetto ‘archeologico’ dimenticato, ma piuttosto di ricostruire le basi sulle quali innestare nuova viva passione per uno spettacolo ancora attuale, sempre innovativo e proiettato verso il futuro.
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