Dopo Napoli, Roma, Milano e Venezia Anish Kapoor approda a Firenze. Già abituato a realizzare progetti in contesti ricchi di storia, per la prima volta l’artista si confronta con un edificio del primo Rinascimento come Palazzo Strozzi, un vero simbolo della cultura umanistica.
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La sfida di Anish Kapoor, messa in atto con grande maestria, è quella di destabilizzare la visione rigorosa e simmetrica che sta alla base dello straordinario progetto rinascimentale. Il volume raccoglie i contributi di studiosi – Diane Bodart, Francesca Borgo, Rachel Boyd, Dario Donetti, Tommaso Mozzati e appunto Morgan Ng – esperti di Rinascimento che si sono confrontati con il processo creativo dell’artista. Le opere di Kapoor trascendono la loro materialità: pigmenti, pietra, acciaio riflettente, cera e silicone vengono manipolati, scolpiti, levigati, saturati e trattati mettendo in discussione il confine tra plasticità e immaterialità. E, come chiarito da Kapoor a Maurizio Cattelan che gli chiede da dove partisse e come prendesse vita il suo lavoro: «Alchimia, lavoro e materiali» perché nell’opera la materia «è stata sottoposta a una trasformazione alchemica. Il mix di psiche e materia è quella meraviglia che noi umani possiamo fare e che abbiamo dimenticato che possiamo fare». Il catalogo propone per la prima volta il lavoro di Kapoor in un rigoroso ed elegantissimo repertorio in bianco e nero alternato a riprese a colori degli allestimenti in mostra. Un racconto che si dipana dalle prime opere degli anni Ottanta fino a quella site specific realizzata per il cortile di Palazzo Strozzi.
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CBR$GLBT@Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale