Promosso nel 1993 da Sabino Cassese, allora ministro della Funzione pubblica, il Codice di stile invitava le pubbliche amministrazioni a riflettere sulla qualità della loro comunicazione e offriva loro strumenti e suggerimenti per renderla meno oscura e più vicina ai cittadini e alle cittadine.
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Nonostante le molte iniziative portate avanti in questi tre decenni, nel complesso i risultati sono stati inferiori alle aspettative. Il peggioramento della qualità dei testi legislativi e amministrativi è evidente se, come sottolinea Cassese nella Prefazione, la Corte costituzionale è intervenuta di nuovo, a giugno del 2023, con una sentenza contro la “radicale oscurità” di una legge, sottolineando l'esigenza di una maggiore chiarezza normativa. Gli effetti negativi di questa oscurità si ripercuotono sui testi amministrativi, con pesanti conseguenze sulla vita delle persone e delle amministrazioni stesse. Nel volume alcuni giuristi e linguisti riflettono sulle cause e sugli ostacoli, vecchi e nuovi, che non permettono ai nostri testi legislativi e amministrativi di raggiungere standard di chiarezza vicini a quelli dei paesi più avanzati. L'obiettivo è incoraggiare quanti hanno responsabilità pubbliche a farsi carico anche del “dovere costituzionale di farsi capire”, come ci ha ricordato spesso Tullio De Mauro.
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