Dalla morte di Enrico Mattei, precipitato con il suo aereo il 27 ottobre 1962, nella campagna di Bascapè, presso Pavia, durante il ritorno da un viaggio in Sicilia, in circostanze mai del tutto chiarite, inizia la rievocazione del periodo trascorso alla guida dell'Agip e dell'Eni.
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Nominato nel 1945 commissario straordinario dell'Agip, con il difficile compito di liquidarla, svenderla a privati od a grandi compagnie, l'ingegner Mattei riesce abilmente a mantenere la società in vita e, addirittura, a potenziarla e renderla più efficiente, evitando in questo modo la vendita. Nel biennio 1946-1948 nasce la rete dell'Agip, e si hanno le prime scoperte di petrolio e metano in diverse parti d'Italia.
Mattei, spregiudicato ma geniale, cerca di dimostrare che può esistere un'efficiente industria italiana degli idrocarburi e, a tale scopo, s'ingegna di offrire ai paesi arabi ed africani produttori di greggio condizioni di sfruttamento delle loro risorse più vantaggiose di quelle proposte dai rappresentanti dei trust anglo-americani del petrolio Sette sorelle, inimicandoseli mortalmente. Sfruttando le connivenze con i servizi segreti italiani, gli interessi petroliferi stranieri riusciranno a togliere di mezzo Mattei con un attentato dinamitardo camuffato da incidente aereo.