La legge 81 del 1993 ha trasformato radicalmente il governo degli enti locali e i rapporti tra amministratori e cittadini. L'elezione diretta del sindaco e i maggiori poteri conferiti alle giunte comunali dovevano dare una risposta alle carenze di funzionalità dei municipi e alla crisi di legittimazione del ceto politico espresso dai partiti.
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Una legge profondamente innovativa, dunque, espressione dell'Italia che voleva abbattere la montagna di sperperi, cattiva amministrazione e corruzione della vecchia partitocrazia. La riforma ha mantenuto le sue promesse? Ha stabilizzato i governi municipali, migliorato la qualità del personale politico, accresciuto l'efficacia delle amministrazioni?