Il volume ricostruisce il procedimento giudiziario di primo grado svoltosi davanti alla Corte d'Assise di Milano contro Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, due ex dirigenti dell'organizzazione della sinistra extraparlamentare Lotta Continua, e Ovidio Bompressi, un ex militante della stessa organizzazione.
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Accusati nel 1988 da un altro ex militante, Leonardo Marino, di essere rispettivamente i mandanti (i primi due) e l'esecutore materiale (il terzo) dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto il 17 maggio 1972, i tre imputati sono stati condannati il 2 maggio del 1990 a 22 anni di reclusione. Marino, autoaccusatosi di essere stato l'autista del commando omicida, è stato invece condannato a 11 anni di reclusione. Carlo Ginzburg è uno storico di rilievo internazionale, specialista di processi per stregoneria nel Medio Evo e molto attento al tema del metodo storico. Membro straniero onorario dell'American Academy of Arts and Sciences, ha insegnato, tra l'altro, a Los Angeles al dipartimento di Storia dell'Università della California. Amico personale di Adriano Sofri e profondamente convinto della sua innocenza, Ginzburg cerca in questo volume di rispondere alle domande che l'opinione pubblica si è posta riguardo l'attendibilità delle accuse e delle autoaccuse di Marino e la giustezza della sentenza emessa dai giudici milanesi, analizzando dettagliatamente e sistematicamente sia gli atti istruttori e processuali, sia le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte d'Assise di Milano al termine del processo di primo grado. L'impianto accusatorio, sconfessato punto per punto da Ginzburg, appare all'autore privo di riscontri oggettivi e basato esclusivamente sulle affermazioni contraddittorie e incerte di Marino. L'esame delle carte processuali lo porta a sostenere fermamente che le accuse dell'ex militante non sono credibili e che nei confronti di Adriano Sofri e degli altri coimputati è stato commesso un grave errore giudiziario (errore che si è ripetuto nel gennaio del 2000 al termine dell'ottavo e ultimo processo). L'indagine di Ginzburg si intreccia poi con una riflessione sull'annosa quaestio del confronto tra il mestiere del giudice e dello storico, che per loro natura hanno a che fare con una serie di elementi (gli indizi, le prove, le testimonianze) che li uniscono e li separano al tempo stesso. Il volume di Ginzburg ha ispirato la sceneggiatura del film Il giudice e lo storico. Il Caso Sofri di Jean-Louis Comolli, presentato al Festival di Venezia del 2001. (b.s.)