Descrivere il libro di Fasanella e Rocca, il primo giornalista parlamentare e il secondo docente di Storia dello spettacolo all'Accademia nazionale d'arte drammatica, significa fare un passo indietro fino al 1999 e seguire gli ultimi mesi di vita della Commissione parlamentare sulle stragi.
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In quella fase la Commissione tornò a concentrarsi sul "caso Moro" e il suo presidente, il senatore Giovanni Pellegrino, elaborò una ricostruzione per certi versi incredibile. La tesi di Pellegrino è che a un certo punto del sequestro di Aldo Moro - si era nella prima metà del 1978 e il presidente della Democrazia Cristiana era stato rapito dalle Brigate Rosse - la trattativa per la liberazione dell'ostaggio si intrecciò con quella relativa alle sue dichiarazioni. Nel carcere brigatista, infatti, il politico pugliese aveva parlato del sistema di corruzione in Italia, dei piani militari della NATO e, soprattutto, dell'esistenza della rete Stay Behind e di Gladio. In quel momento, il sequestro Moro si trasformò in un esplosivo affare internazionale, attivando gli apparati di intelligence dei principali paesi sia del blocco occidentale che di quello comunista. In particolare, sulla scena era apparso un misterioso intermediario che, attraverso la sua attività, era riuscito a disinnescare gli effetti delle dichiarazioni di Moro e a portare il politico a un passo dalla salvezza. Alla fine questa trattativa fallí e Moro fu ucciso la mattina del 9 maggio del 1978. Secondo Pellegrino, il misterioso mediatore era Igor' Markevic in direttore d'orchestra di origine russa con alle spalle una biografia complessa e affascinante. Partendo da questa premessa, i due autori tentano di ricostruire la vita di Markevic, imbattendosi cosí in situazioni e personaggi davvero sorprendenti: il microcosmo degli emigrati russi in Svizzera durante la prima guerra mondiale, i salotti parigini degli anni Trenta, la città di Firenze occupata dai nazisti e poi liberata della metà degli anni Quaranta, la Roma del secondo dopoguerra. Tutte esperienze passate da Markevic a contatto con grandi artisti e potenti politici, ma anche con diplomatici e massoni, faccendieri e uomini dei servizi segreti di diverse nazionalità. Questo bagaglio di conoscenze e un ruolo di primo piano svolto a salvaguardia della città di Firenze nel passaggio tra occupazione nazista e arrivo degli Alleati, spiegano secondo gli autori il delicato ruolo di mediatore avuto dal direttore d'orchestra nelle settimane del sequestro Moro. Un ruolo che, nell'inchiesta di Fasanella e Rocca, è testimoniato da diversi indizi e che ha un suo emblema fisico in palazzo Caetani a Roma, l'edificio di proprietà della famiglia di Markevic di fronte al quale fu ritrovata la Renault rossa con il cadavere di Aldo Moro. (a.d.)