Il 17 marzo del 1981 la magistratura milanese, titolare dell'inchiesta sul bancarottiere Michele Sindona, ordinò una perquisizione negli uffici e nell'abitazione di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi. Nel corso dell'indagine, gli ufficiali della Guardia di Finanza scoprirono una lunga serie di documenti relativi alla Loggia massonica segreta "Propaganda 2" (P2).
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Tra questi, un lungo elenco di affiliati: uomini d'affari, banchieri, personalità di spicco del mondo politico e istituzionale, giornalisti. La lista, pubblicata nel maggio di quell'anno, suscitò indignazione non solo per le professioni e le cariche ricoperte da alcuni membri della loggia, ma anche per la presenza, tra i nomi citati, di personaggi legati a vario titolo ai più inquietanti fatti di cronaca degli anni Sessanta e Settanta. Il volume presenta un'ampia raccolta di documenti per lo più inediti, una miscellanea di "contratti illeciti, di veline dei servizi segreti e deviati, di lettere inedite, olografe, riservate, riservatissime, scritte da potenti ad altri potenti" (presentazione della casa editrice, p. 3). Tranne le brevi didascalie e le precisazioni necessarie alla comprensione dei documenti pubblicati, i curatori della raccolta, Michele D'Arcangelo e Tito Livio Ricci, hanno scelto di non riportare i loro pareri personali, lasciando al lettore l'interpretazione e i giudizi di valore sull'ambiente in cui la Loggia P2 affondò le proprie radici e crebbe rigogliosa. Con lo scorrere delle pagine, infatti, il lettore vede dipanarsi davanti a sé una intricata matassa di legami tra logge massoniche occulte, servizi segreti, affaristi, alte cariche politiche e militari, mafia, trafficanti di droga e armi. Ciò che sembra emergere con prepotenza dall'antologia è la circostanza che gli affiliati alla Loggia P2, al di là dell'attaccamento o meno agli scopi politici che pure essa perseguiva, traevano vantaggi economici e finanziari dall'appartenenza alla loggia, diversamente ottenibili attraverso le vie legali: essere membro di "Propaganda 2" significava mettersi a disposizione di un traffico illecito di clientelismo, di uno scambio vorticoso di "favori"; il tutto al servizio del "fare i soldi" e dell'aggirare i normali ostacoli posti dall'ordinamento politico e dalla burocrazia. (b.s.)