Il libro si caratterizza come un'inchiesta sulle forme e sulle modalità di organizzazione della polizia di Stato dall'Unità d'Italia fino alla fine degli anni Ottanta.
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L'ampia documentazione a supporto delle tesi dell'autore comprende le più importanti monografie storiche, sociologiche e politiche sugli anni presi in esame, fonti del ministero degli Interni per lo più inedite, articoli di settimanali e di quotidiani, la legislazione sull'organizzazione e le competenze delle forze dell'ordine. Il volume è arricchito inoltre da diverse fotografie e da 13 appendici che contengono documenti originali e inediti. L'autore, Annibale Paloscia, è un affermato cronista. In qualità di caporedattore dell'agenzia ANSA nel settore degli affari interni e responsabile della cronaca di Roma, dal 1966 si è occupato delle più importanti questioni legate all'ordine pubblico: la contestazione studentesca, il terrorismo di destra e di sinistra, le "deviazioni" dei sevizi segreti, gli intrighi dei poteri occulti, la criminalità di natura finanziaria, la mafia. L'obiettivo di Paloscia è quello di analizzare il rapporto tra potere politico, legalità e società nelle diverse fasi che hanno contraddistinto il nostro paese, attraverso la storia del Viminale, sede dal 1921 del ministero dell'Interno. Nonostante la caratterizzazione negativa che spesso si associa al Viminale e alla polizia, l'autore ricorda che non sarebbe onesto compiere un'opera di generalizzazione, perché "nella storia di queste istituzioni le battaglie, talvolta di individui, talvolta di forze che rifiutano di adeguarsi agli eccessi del potere politico sono un connotato costante" (p. 7). Nella parte sulla storia dell'Italia repubblicana, Paloscia segue l'evoluzione delle forze di polizia nel difficile clima dell'immediato dopoguerra, caratterizzato da un lato dal processo di democratizzazione di leggi e strutture dello Stato e dall'altro dai problemi di ordine pubblico che si verificarono in particolare in Sicilia. Attraverso la dura prova rappresentata dagli scontri del 1960, a seguito del sostegno dato dal MSI al governo Tambroni, le forze di polizia si trovarono a dover affrontare il periodo della contestazione sessantottina e del terrorismo di opposta matrice. Soprattutto in riferimento alle stragi e ai tentativi eversivi del quinquennio 1969-1974, sono emersi collegamenti tra apparati dello Stato e gruppi neofascisti e molti sospetti si sono concentrati anche sull'Ufficio Affari Riservati, una divisione del Viminale diretta in quegli anni da Federico Umberto D'Amato. (b.s.)