Con questo volume la Regione Toscana, in particolare attraverso il Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica, si rivolge al mondo della scuola, insegnanti e studenti, proponendo un percorso di riflessione sulla democrazia italiana, sui suoi aspetti di forza e soprattutto sulle sue debolezze.
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Lo fa attraverso la riproposizione di documenti ufficiali, quelli approvati dalle diverse Commissioni parlamentari d'inchiesta che, a partire dagli anni Cinquanta, hanno indagato sugli aspetti più controversi della nostra storia recente, dalla mafia alla corruzione, dallo stragismo al terrorismo politico. Il libro, curato da Anton Paolo Tanda, sovrintendente onorario all'Archivio storico della Camera dei Deputati, ha una struttura semplice e lineare: una prima parte ricostruisce il quadro legislativo e la prassi concreta che fa da sfondo all'attività delle Commissioni parlamentari d'inchiesta; una seconda fornisce l'elenco e una descrizione essenziale delle oltre trenta inchieste parlamentari svolte durante il periodo repubblicano; una terza presenta un'antologia di documenti tratti da otto di queste inchieste, "quelle - specifica il volume - che hanno avuto come oggetto fatti di enorme rilievo sulla vita nazionale, in rapporto a fenomeni di illegalità aperta od occulta" (p. 44). Attraverso questo percorso di approfondimento, che spazia dal tema della mafia alle illegalità del SIFAR (il Servizio Informazioni delle Forze Armate), dalla criminalità in Sardegna al caso Moro, dalle attività del banchiere Michele Sindona a quelle della Loggia massonica P2, dal terrorismo alle polemiche sulla ricostruzione in Basilicata e Campania dopo i terremoti del 1980 e 1981, il lettore può confrontarsi con uno spaccato significativo della nostra storia recente e prendere coscienza dell'esistenza di una diffusa illegalità. L'intento del volume, dichiarato in modo esplicito, è quello di indurre il giovane studente e l'insegnante "a ripensare lo status problematico, oscillante, precario della nostra democrazia e a tentare di raddrizzarla a partire dalle coscienze giovanili, dalla loro capacità di lettura dei fenomeni politici e sociali e dalla loro ragionata e ragionevole opzione per la forma e i valori della democrazia, cosí da realizzarla senza ombre, sempre con meno ombre, illuminando con la conoscenza anche gli spazi e le pieghe dove le ombre si vengono a formare" (p. 15). (a.d.)