Il 2015 rappresenta una scadenza: entro quella data dovranno essere raggiunti gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio stabiliti solennemente nel 2000 da 189 paesi delle Nazioni Unite. Il Rapporto 2003 sullo Sviluppo Umano.
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Le azioni politiche contro la povertà esamina i successi e i fallimenti dello sviluppo nel corso dell'ultimo decennio e illustra un piano d'azione per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, chiamato Patto del millennio per lo sviluppo.
Il Rapporto 2003 sullo Sviluppo Umano non si limita a fornire per la prima volta,
per ciascun paese, la serie completa dei dati che misurano lo stato di avanzamento rispetto
agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, e a mettere a fuoco i metodi più appropriati
e strutturati per raggiungerli, ma sostiene tre tesi precise:
primo, per passare dalle parole ai fatti è necessario porre gli Obiettivi al centro
del dibattito politico locale e nazionale, inserendoli nei programmi elettorali;
secondo, è provato che i cambiamenti da parte dei paesi ricchi in tema di riduzione del debito dei paesi poveri, di agevolazione dell'accesso ai mercati e di trasferimento delle tecnologie sono importanti almeno quanto gli aiuti allo sviluppo;
terzo, gli investimenti in formazione e per la salute non sono un lusso per economie
in espansione, ma prerequisiti irrinunciabili di una crescita sostenibile.
La povertà è il problema del mondo. I paesi in via di sviluppo devono assumere la guida del processo che porta agli Obiettivi e rafforzare il loro impegno verso la democrazia.
Ma equilibrio e stabilità a livello mondiale si potranno raggiungere solo attraverso un patto tra le nazioni di tutto il mondo, ricche e povere, volto a sradicare la povertà umana ed estendere l'arco delle possibilità di scelta di ogni persona.
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