Un'analisi del "senso comune" della sanità. Si esaminano progetti, politiche vecchie e nuove, grandi questioni come la qualità, il rischio clinico, la libera professione medica, i livelli di assistenza e anche i grandi obiettivi riformatori mai raggiunti, la prevenzione, l'integrazione, la partecipazione sociale.
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Da tale analisi emergono le responsabilità politiche del pensiero debole della sanità che sono certo arretratezze culturali, ma anche vere e proprie incapacità di governo. Tante sono le prove raccolte in questo libro contro il pensiero debole, ma quella più schiacciante è sicuramente la crescita costante negli anni delle disuguaglianze a tutti i livelli, in tutte le forme e soprattutto in tutte le Regioni, nessuna esclusa. Con la fine del servizio sanitario nazionale, voluta dalla riforma del titolo V della Costituzione, entra in crisi quell'idea di universalismo che avrebbe dovuto rendere i cittadini tutti uguali di fronte alla malattia, ma anche tutti uguali di fronte alle possibilità di salute.
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