Nel mondo globalizzato l'ottimismo, l'entusiasmo, la fiducia nelle possibilità di crescita sembrano costituire una parola d'ordine, quasi una bandiera da sventolare di fronte ai "profeti di sventura" o a chi, più semplicemente, pone l'accento sui limiti, sulle storture o sui problemi dell'attuale società.
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Primo fra tutti, quello del lavoro, sul quale ci si limita a qualche cifra, alla segnalazione di situazioni particolarmente gravi, ma ci si rifiuta di indagare a fondo, di denunciare ciò che ormai si presenta non solo come un'emergenza sociale, ma anche come un dramma psicologico. Chi non ha lavoro vive sempre con ansia e disagio la propria condizione di escluso, sul piano materiale e emotivo. Con un contributo di Giuliano Amato.
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