Quali forme ha preso nel tempo lo sguardo con cui l'uomo ha osservato la Terra? E (piali sono le immagini che hanno espresso queste forme? Nel l'affrontare queste domande, che sorgono dal mettere in relazione geografia e filosofìa, Jean-Mare Besse assume il paesaggio come qualcosa di vivo, qualcosa che è continuamente in grado di stimolare e mettere in crisi '"un'attesa della percezione, una categoria del pensiero, una forma d'espressione". In questo senso, il paesaggio non è un punto di arrivo ma. al contrario, attiva una riflessione sul rapporto tra uomo e natura, e sulla violenza tragica - come la definiva Simniel - che questo rapporto porta con sé, in particolare a partire dalla modernità. 11 paesaggio è dunque un punto di partenza per interrogare figure clic a loro volta sono state toccate, o meglio segnate, dal paesaggio, dalla sua presenza, nello sforzo di dare una risposta possibile a una questione sempre attuale: come è possibile abitarti lo spazio? Come, nel nostro porci di fronte al mondo, possiamo produrre modi e forme per un nuovo rapporto con la Terra, intesa come la base dell'esistenza umana? Relazione, questa, che Besse condensa nella frase: "'Entre moi et moi-mème, il y a la Terre".
Lo trovi in
Scheda
CBR$GLGR@Biblioteca del Consiglio - Sezione Novoli