Il libro affronta due campi di ricerca distinti, anche se internamente collegati. I primi due capitoli esplorano le relazioni tra corpi, case e spazio pubblico: le strategie di sorveglianza e controllo da una parte, dall'altra parte le tattiche di resistenza e le pratiche di auto-valorizzazione.
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L'obiettivo è costruire un modello di pianificazione 'sensibile alle differenze', modulata sui bisogni e sui desideri dei corpi plurali che abitano le città, nella loro ricchezza di genere, età, stili di vita e di consumo, disposizioni sessuali, religioni e spiritualità, provenienza geografica e culturale, condizioni di salute fisica e mentale, livelli di reddito e collocazione sociale (e dei corpi altri dall'uomo: animali, piante, sistemi naturali e 'altri terrestri'). Nei successivi tre capitoli vengono discussi i limiti e le possibilità della pianificazione interattiva (dalla governance alla progettazione partecipata, dalla democrazia deliberativa alle 'politiche pubbliche dal basso') intesa come pratiche di negoziazione delle relazioni tra abitanti e luoghi. La tesi è che solo i modelli di pianificazione basati sull'interazione spinta, la conversazione sociale e il sostegno alle esperienze di auto-organizzazione collettiva siano oggi in grado di interpretare l'intreccio di traiettorie e aspirazioni della moltitudine di corpi urbani (umani e non umani) che abitano le città contemporanee.
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