"Napoli, 27 marzo 1944. È appena iniziata la primavera, ma il cielo è scuro, livido. Il Vesuvio è in eruzione e le nubi di cenere arrivano fino a 5 chilometri di altezza. Tre giorni prima, a Roma, 335 persone erano state fucilate dai nazisti come rappresaglia per l'attentato di via Rasella, nel quale il 23 marzo erano morti 33 militari tedeschi.
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Nel pomeriggio, attracca in porto il Tuscania, un bel transatlantico che negli anni Venti e Trenta aveva fatto rotta fra Glasgow e New York e che ora serviva per il trasporto delle truppe alleate. Fra i pochi civili, scende un uomo di mezz'età, corporatura media, occhiali leggeri. E salito quattro giorni prima ad Algeri. È Togliatti. Tornava in Italia il capo del PCI. Aveva vissuto, e portava nella sua figura e nella sua leggenda, tutte le svolte dell'Internazionale. Aveva assecondato i cambiamenti di linea verso sinistra e quelli verso destra, aveva accompagnato la formazione della dittatura di Stalin nell'Unione Sovietica e nel Comintern e aveva condiviso la sua politica repressiva...."
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