La violenza di genererò un problema culturale, politico, sociale ed economico, ha fattori psicologici e simbolici, ma non solo. Pesano anche le condizioni materiali di vita che crescono d'importanza man mano che la crisi si drammatizza e imbarbarisce le relazioni sociali.
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Ma non si può comprendere la violenza contro le donne se non si comprende la logica complessiva dei rapporti di potere che agiscono nella società. Noi vogliamo fare l'esperienza di essere libere, di non restare chiuse nelle case mentre gli stupratori, potenziali o effettivi, sono liberi. C'è un solo modo per smettere di avere paura e quel modo è lottare. Noi non abbiamo paura, e nel mondo stiamo dichiarando guerra alla vostra guerra, ma per farlo non uccideremo popolazioni innocenti, non devasteremo città, ospedali, non alimenteremo altra violenza. La nostra dichiarazione di guerra si chiama rivoluzione sessuale, culturale, economica e sociale.
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