Dal 1600 la famiglia Medici, avvolta nel lusso sfrenato della Corte, denunciava una lenta ed inarrestabile decadenza. Quando Cosimo II saliva al trono aveva solo diciannove anni e la sua salute era già compromessa da quella malattia che lo porterà alla tomba poco più che trentenne.
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Di carattere mite e socievole, sposava Maria Maddalena d’Austria, un matrimonio ben riuscito e prolifico con ben otto figli; pertanto dovendo accogliere la sua numerosa famiglia in una residenza più spaziosa, egli decideva di ampliare la reggia di Palazzo Pitti. Gli succedeva Ferdinando I – appena dodicenne – per cui erano nominate “reggenti congiunte del Granducato” la madre Cristina di Lorena e la moglie di Cosimo, Maria Maddalena d’Austria, una scelta destinata ad avere profonde conseguenze per Firenze e l’intera Toscana. La Corte di Palazzo Pitti viveva in un lusso sfrenato che svuotava, giorno dopo giorno, le Casse dello Stato. La storia dei successivi regnanti registrava personaggi privi di personalità, incapaci di governare, come Cosimo III e Gian Gastone, con il quale, essendo egli senza figli, l’illustre famiglia si estingueva.
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