In qualsiasi parte del territorio lucchese, per chi sia salito abbastanza da scoprire l’orizzonte verso occidente, appare la vista del mare.
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Il profilo della costa si stende come un ampio semicerchio limitato a meridione dai rilievi dell’Elba e a settentrione dai monti della Spezia, quasi di fronte due piccole isole emergono dall’acqua a somiglianza di scogli, la Gorgona e la Capraia, dietro le quali l’orizzonte è interrotto da una catena montuosa che sembra opporsi alla vastità del mare. È lì, vicina, quasi a portata di mano. È la Corsica. Bastia, antica capitale, la si potrebbe quasi distinguere in basso sulla parte a noi più vicina. Aiaccio sta invece nel Pumonte, come un tempo veniva chiamato il sud-ovest dell’isola, oltre le montagne che d’inverno biancheggiano di neve. Lucca e la Corsica, due terre tanto vicine, e allo stesso tempo tanto diverse tra loro. Nella seconda metà del ’700, quando incomincia la nostra storia, la Corsica viveva da secoli in penuria e servitù, contrapposti a secoli di indipendenza e di dovizia nella vicina Lucca. Ma sarà proprio lo spirito combattivo e rivoluzionario maturato nella vicina Corsica a scuotere gli spiriti imbelli che, adagiati sotto incipriate parrucche, da troppo tempo ormai governavano l’antica Repubblica.
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CBR$GLBT@Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale