I Granduchi di Toscana, tanto nel periodo mediceo quanto in quello lorenese, si trovarono ad affrontare i problemi della mendicità dilagante, del vagabondaggio, della marginalità di soggetti in vario modo non inseriti nell’ordine sociale, come gli zingari.
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Si trattò, come in tutti gli Stati italiani ed europei del tempo, di una lotta principalmente condotta con le armi della dissuasione e della repressione, ma anche dell’assistenza mirata e del tentativo di integrazione tramite il lavoro. Similitudini ed emulazioni normative emergono nettamente tra i vari contesti, ma anche diversità significative, che rendono necessario lo studio delle esperienze nei diversi ordinamenti, prima di poter giungere a delineare un quadro d’insieme. L’indagine proposta in questo libro muove dall'analisi della legislazione granducale, con i necessari riferimenti alle altre fonti giuridiche, ma non rinuncia ad un continuo dialogo con la storiografia sociale ed economica che da tempo dedica ampia attenzione a fenomeni cruciali in atto nell'Europa moderna, come le dinamiche di impoverimento dei ceti subalterni, le strategie di disciplinamento sociale, lo sviluppo di iniziative assistenziali.
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