Don Antonio de' Medici è sicuramente uno dei personaggi meno indagati nell'ambito degli studi dedicati alla dinastia medicea. Don Antonio in realtà, anche se pressoché disconosciuto, è una figura di notevole rilievo nella storia della cultura fiorentina del '600.
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Lo sfortunato Principe, che ha subito la stessa damnatio memoriae della madre Bianca Cappello, seppe vincere il proprio infelice destino, dedicando tutta la sua vita allo studio e alla pratica alchemica. Don Antonio esercitò la pratica alchemica proprio nel luogo deputato dal padre a questo scopo, il Casino mediceo. Il palazzo, trasformato da Don Antonio, che ne fece la sua abitazione principale, in una vera e propria reggia, diventerà, oltre che un importante centro culturale della Firenze seicentesca, un laboratorio sperimentale fondato sulla pratica del grande medico alchimista Paracelso. Il Casino, infatti, non solo accoglierà i maggiori esperti del periodo ma diventerà anche fucina di giovani che qui si specializzeranno nella pratica alchemica. Tra le sue mura, dove si studiavano e si trasformavano come per magia minerali, piante e metalli, molti erano i personaggi di rilievo nelle arti e nelle scienze.
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