Pubblicati qui per la prima volta in una raccolta unitaria, secondo il progetto di edizione – mai portato a termine – curato dal critico Carlo Cordié (1910-2002), gli Scritti dispersi documentano il lungo cammino letterario di Rosai, dagli esordi con «Lacerba» nel 1914 fino agli ultimi giorni di vita.
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Sono articoli, brevi saggi di critica sia artistica che letteraria, cenni autobiografici, abbozzi narrativi in vernacolo fiorentino. I ricordi personali si intrecciano inevitabilmente con la storia d’Italia e con quella di Firenze, dal sodalizio con Soffici all’adesione al Futurismo e allo Strapaese di Maccari, quindi l’esperienza come ardito nella Grande Guerra e come squadrista durante il Ventennio. L’anima irrequieta fa da contraltare a quella più lirica, tra spunti critici e auto-critici e preziosi cammei dedicati a figure quali Filippo Tommaso Marinetti o Andrea Palazzeschi.
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