Nell’anniversario della Conferenza della pace di Parigi che pose fine alla prima guerra mondiale, il libro vuole contribuire alla conoscenza di un conflitto che le potenze europee avevano molte possibilità di evitare e di cui non prevedevano le immani proporzioni.
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Il volume mette in luce la sottovalutazione della crisi e del modo errato con cui fu gestita, facendo riferimento alla situazione italiana nei momenti chiave delle vicende belliche. Vengono ricordati il disastro di Caporetto e la coesione nazionale che consentì la resistenza sul Piave, sottolineando però che tale solidarietà non andò oltre Vittorio Veneto. La pace ripropose la dicotomia tra coloro che al fronte o nelle retrovie avevano sofferto sacrifici enormi per la difesa del suolo nazionale e quanti riproponevano una politica di potenza che sfociava nel mito della vittoria mutilata e nell’avventurismo dannunziano
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