La necessità di una sorveglianza per la prevenzione di eventi criminosi o terroristici è emersa in maniera sempre più pressante in tempi recenti. Il timore diffuso ed espresso anche da filosofi del diritto è che i mezzi tecnologici predisposti in una situazione emergenziale, vadano poi a creare dei database permanenti, con il rischio di lesione del diritto alla riservatezza dei cittadini.
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All'interno di questa tensione si colloca il lavoro dell'autore, che avanza una proposta che potrebbe essere in grado di conciliare le due opposte esigenze, attraverso una progettazione etica degli strumenti tecnologici di sorveglianza.
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